Una meta-analisi pubblicata sul Journal of Affective Disorders evidenzia una forte correlazione e co-presenza nei pazienti di disturbi alimentari e disturbi ossessivo-compulsivi. I risultati suggeriscono che vi è una significativa sovrapposizione tra i disturbi alimentari e il disturbo ossessivo compulsivo, con circa il 15% dei pazienti con un disturbo alimentare che ha una diagnosi attuale di disturbo ossessivo compulsivo e il 18% di quelli con un disturbo alimentare che ha ricevuto una diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo in qualche momento della propria vita.
La meta-analisi ha riunito i dati di 32 studi, tra cui 27 studi trasversali e 5 studi prospettici con periodi di follow-up che vanno da alcuni mesi a diversi anni. Gli studi trasversali hanno rivelato che il 14% dei pazienti affetti da anoressia e il 9% dei pazienti affetti da bulimia presentavano una comorbilità attuale, mentre il 19% dei pazienti affetti da anoressia e il 13% di quelli affetti da bulimia presentavano una comorbilità nel corso della vita.
Tuttavia, gli studi prospettici hanno suggerito una prevalenza molto più elevata di comorbilità nell’arco della vita, con il 44% dei pazienti con anoressia e il 19% dei pazienti con bulimia che avevano una diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo nell’arco della vita.
Questi risultati evidenziano l’importanza di effettuare uno screening sia per i disturbi alimentari che per il disturbo ossessivo compulsivo nei pazienti che presentano i sintomi di uno dei due disturbi, nonché la necessità di approcci terapeutici integrati che affrontino entrambi i disturbi contemporaneamente. Si impone così la sfida di comprendere il senso di questa stretta associazione tra queste due manifestazioni psicopatologiche.
Una possibile ipotesi è che entrambi i disturbi condividano una caratteristica comune di controllo eccessivo e rigido.
Nella letteratura psicoanalitica, i disturbi alimentari gravi, come l’anoressia nervosa, sono spesso considerati come una manifestazione di un’ansia sottostante di disintegrazione del sé. Secondo questa teoria, gli individui affetti da anoressia nervosa utilizzano la restrizione alimentare e altre forme di controllo come mezzo per mantenere un senso di ordine e stabilità nella loro vita. In questo modo, l’anoressia nervosa può essere vista come un tentativo di gestire l’ansia che deriva dalla paura di perdere il controllo e di andare in pezzi.
Allo stesso modo, il disturbo ossessivo-compulsivo può essere visto come un tentativo di gestire l’ansia e mantenere un senso di controllo. Le persone affette da disturbo ossessivo-compulsivo mettono in atto comportamenti ripetitivi e rituali per ridurre l’ansia associata alle loro ossessioni. Il controllo esercitato da questi comportamenti può fornire un senso di sicurezza e protezione, che può essere particolarmente importante per gli individui che sperimentano un elevato senso di vulnerabilità.
Le somiglianze tra l’anoressia nervosa e il disturbo ossessivo-compulsivo suggeriscono che entrambi i disturbi possono derivare da un meccanismo psicologico di base simile. In entrambi i casi, il bisogno di controllo può riflettere una paura più profonda di perdere il controllo e di disintegrarsi provando quindi un’ansia d’annientamento. L’uso del controllo come meccanismo di difesa può essere un modo per gestire questa paura e creare un senso di sicurezza e stabilità.
Nel complesso, la prospettiva psicoanalitica sui disturbi alimentari gravi e sul disturbo ossessivo-compulsivo sottolinea l’importanza di comprendere i processi psicologici sottostanti che guidano questi disturbi. Riconoscendo il ruolo dell’ansia e del controllo in questi disturbi, possiamo sviluppare interventi più efficaci che mirino a questi meccanismi di base e aiutino gli individui a trovare modi più sani di gestire le emozioni e le relazioni con se stessi e con gli altri
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