ACCENNI DI PSICOANALISI CONTEMPORANEA

In linea molto generale il nucleo di base della visione psicoanalitica freudiana della mente consiste nell’affermare che i comportamenti dell’individuo normali e patologici scaturiscono dalla dinamica tra forze contrapposte all’interno della psiche che configurano quindi una situazione di conflitto interno. 

Il soggetto nella sua relazione con il mondo si trova a vivere situazioni che risvegliano a livello inconscio dei bisogni e dei desideri carichi di ansia e angoscia che per questo motivo mettono in moto meccanismi di difesa.  

Freud nel corso della sua imponente e variegata riflessione ha proposto diversi modelli delle spinte motivazionali agenti nella mente inconscia, definite da Freud pulsioni. La teoria delle pulsioni che ha maggiormente dominato la teoria psicoanalitica per decenni, descrive due pulsioni principali, quella libidica e quella aggressiva. 

Accanto alla riflessione sulle pulsioni, Freud ha sviluppato una teoria sull’angoscia segnale. Gli impulsi libidici e aggressivi possono sollecitare una reazione d’angoscia dell’Io che segnala la riattivazione di una situazione traumatica del passato. L’ansia che l’Io prova in queste circostanze funziona come segnale per attivare i meccanismi di difesa allo scopo di proteggersi dalla ripetizione della situazione traumatica.

Freud ha descritto quattro esperienze traumatiche che possono costituire una fonte d’ansia nella prospettiva che possano ripetersi e sono: perdita dell’oggetto (genitori), perdita dell’amore dell’oggetto, castrazione, senso di colpa morale/punizione morale da parte del Super-Io. In particolare l’ansia di castrazione ha costituito un elemento centrale del complesso di Edipo che per anni ha costituito nella teoria psicoanalitica il complesso centrale alla base delle nevrosi. 

Con il progredire della riflessione teorica portata avanti dai successori di Freud, le componenti del modello originario si sono arricchite di nuovi contributi. Ad esempio oltre alle pulsioni freudiane sono state descritte altre motivazioni di base come la ricerca dell’intimità e della vicinanza con un altro essere umano, il bisogno di essere capiti, il bisogno di autorealizzazione, il bisogno di mantenere una coesione di sé e l’autostima, l’agentivita’ cioè il bisogno di sentirsi parte attiva nelle proprie azioni. 

Inoltre si sono aggiunte all’ansia anche la colpa e la vergogna come esperienze affettive in grado di mettere in moto le difese psichiche. Quindi desideri di diversa natura, carichi di ansia, colpa e vergogna innescano i meccanismi di difesa. Si potrebbe anche dire che alcuni nostri desideri e bisogni in età evolutiva si sono associati al dispiacere e questo ha portato all’attivazione di meccanismi di difesa per evitare di nuovo il dispiacere. 

In sintesi quindi si potrebbe affermare che lo psichismo umano in termini generali si basa su un certo tipo di flusso dinamico tra elementi che a volte possono entrare in conflitto: desideri e bisogni diventano carichi di ansia, colpa, vergogna, perché possono esporre il soggetto a situazioni minacciose conosciute in passato, che sono le quattro evidenziate da Freud insieme ad altre sottolineate da altri approcci psicoanalitici postfreudiani. 

Infatti successivamente la Teoria delle Relazioni Oggettuali, la Psicologia del Sé, la Teoria dell’Attaccamento, i Neo-Kleiniani e i Modelli Relazionali-Intersoggettivi, hanno messo in evidenza altre situazioni di pericolo che possono suscitare ansia come: la paura dell’annientamento/disintegrazione, la separazione, la fusione, la dipendenza passiva/passività dipendente, il non rispecchiamento narcisistico (non ricevere rinforzi per la propria autostima), la persecuzione/intrusione dell’oggetto, la paura di danneggiare l’oggetto oppure perderlo a causa della propria aggressività, la perdita di sicurezza data dalla non presenza e disponibilità della figura genitoriale (secondo Wilfred Bion la madre con la propria reverie, cioè la capacità materna di immaginare le emozioni del bambino, offre un contenitore a degli affetti primitivi del bambino come la paura dell’annientamento, la paura dell’abbandono, la paura dell’odio distruttivo verso l’oggetto, il terrore senza nome). 

Per evitare quindi tutto questo si attivano i meccanismi di difesa che portando all’allontanamento del bisogno e del desiderio portano anche alla riduzione dell’ansia, della colpa e della vergogna. 

In conclusione la psicoanalisi contemporanea contempla altre motivazioni che muovono l’individuo oltre le pulsioni teorizzate da Freud, attribuisce importanza alla colpa e alla vergogna oltre che all’ansia come fonti di dispiacere e ha ampliato ulteriormente anche le situazioni traumatiche che possono registrarsi nella psiche individuale come pericolose oltre le quattro segnalate da Freud.

Joseph Sandler, solo per citarne uno tra tanti, propone una visione dei desideri e delle fantasie inconsce come non necessariamente collegate alle pulsioni sessuali o aggressive ma i desideri sono una risposta a mancanze di base legate alla perdita dell’oggetto, alla perdita dell’autostima, alla perdita del senso di sicurezza, alla presenza di esperienze di minaccia con l’oggetto con conseguente desiderio di tenere l’oggetto lontano, così come esperienze di ansia, colpa, vergogna, tristezza, abbandono e dolore vissute con l’oggetto, tutte cose che possono sviluppare fantasie inconsce e desideri compensatori che hanno lo scopo di riparare lo scompenso vissuto dal soggetto e ristabilire una sensazione di benessere e sicurezza. 

BIBLIOGRAFIA

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