Burnout – cosa lo provoca e come intervenire

È essenziale riconoscere tempestivamente i segnali del burnout e adottare misure per prevenirlo, come stabilire dei limiti, fare delle pause e cercare il sostegno di colleghi e professionisti della salute mentale.

Alcune professioni possono presentare delle caratteristiche strutturali che più facilmente portano i lavoratori a sperimentare burnout.

Ad esempio un elevato carico di lavoro e una pressione temporale, cioè la richiesta di svolgerlo nel più breve tempo possibile, possono costituire un contesto che favorisce il burnout. Lavoratori che operano in ambienti frenetici ed esigenti, dove ci si aspetta che portino a termine una grande mole di lavoro in un lasso di tempo limitato, sono a maggior rischio.

Anche le professioni che comportano un alto livello di richiesta e impegno emotivo, come l’assistenza sanitaria e sociale, possono essere particolarmente impegnative per i professionisti e portare al burnout. Questo perché ai professionisti può essere richiesto di gestire regolarmente emozioni intense, come tristezza, rabbia o paura.

La mancanza di controllo è un altro fattore che può aumentare il rischio di esaurimento lavorativo. I professionisti che sentono di avere scarso controllo sull’ambiente di lavoro o sui compiti assegnati possono provare sentimenti di impotenza e frustrazione, con conseguente burnout.

Inoltre quando manca il supporto sociale e aumenta l’isolamento del lavoratore il rischio aumenta: Operatori che si sentono isolati, non supportati e non capiti nel loro lavoro possono andare incontro a questo tipo di problema. Questo può essere particolarmente vero per coloro che lavorano in ambienti ad alto stress, come le professioni sanitarie o i servizi di emergenza.

Infine anche la discrepanza dei valori può svolgere un ruolo. I professionisti che sentono che i loro valori non sono allineati con quelli dell’organizzazione possono andare incontro al burnout. Questo può accadere quando i professionisti sentono che il loro lavoro all’interno dell’organizzazione non è significativo o che i loro sforzi non hanno un impatto positivo.

In generale, il burnout è un fenomeno complesso che può derivare da una combinazione di fattori. Identificare le caratteristiche principali di una professione che hanno maggiori probabilità di portare al burnout può aiutare i professionisti e le organizzazioni a prendere provvedimenti per prevenire o gestire questa condizione.

Le caratteristiche del contesto appena elencate sono variabili necessarie e predisponenti ma la ricerca suggerisce che alcuni tratti psicologici o predisposizioni personali possono rendere gli individui più vulnerabili al burnout lavorativo.

Alcune di queste predisposizioni includono:

Perfezionismo: Le persone che aspirano alla perfezione e hanno standard e ideali eccessivamente elevati per se stesse possono essere più inclini a sperimentare il burnout quando non riescono a soddisfare le proprie aspettative o si trovano ad affrontare delle battute d’arresto.

Nevroticismo: Le persone con un livello elevato di nevroticismo, cioè la tendenza a provare più facilmente emozioni negative come rabbia e tristezza possono essere più sensibili allo stress, il che può contribuire al burnout. 

Personalità di tipo A: Le persone con una personalità di tipo A tendono a essere competitive, orientate al raggiungimento degli obiettivi e a essere pressate dal tempo. Possono essere più suscettibili al burnout a causa della loro intensa spinta al successo e al risultato.

Elevata empatia: le persone empatiche possono essere più vulnerabili al burnout a causa della loro tendenza a farsi carico delle emozioni e dello stress degli altri, soprattutto se lavorano in settori come la sanità o l’assistenza sociale.

Bassa resilienza: Le persone con scarsa resilienza e flessibilità possono avere difficoltà a far fronte alle richieste e alle pressioni del loro lavoro e possono per questo essere più predisposte alla disforia e all’esaurimento emotivo .

È importante notare che la presenza di queste predisposizioni non garantisce che un individuo vada incontro al burnout. Il burnout è il frutto combinato dell’incontro tra fattori individuali e fattori ambientali, come il carico di lavoro, le richieste di lavoro e la cultura organizzativa.

La psicoterapia può essere utile per le persone che sperimentano il burnout, in quanto può aiutarle a comprenderne le cause di fondo e a sviluppare strategie di coping per gestire e prevenire il burnout futuro. La psicoterapia orientata al fronteggiamento del burnout si focalizza su alcuni aspetti del problema che possono migliorare gli affetti disforici e l’adattamento.

Il primo passo consiste in un’adeguata identificazione delle fonti di stress che contribuiscono al burnout. La comprensione di queste fonti, consente alle persone di adottare misure per ridurre la loro esposizione ai fattori di stress o imparare a gestirli in modo più efficace.

Il burnout può spesso portare a pensieri e sentimenti negativi, come la disperazione, l’impotenza, l’idea che nulla potrà mai cambiare e l’idea che esporre le proprie necessità sia inutile. La terapia può aiutare le persone a riconoscere e modificare questi schemi di pensiero negativi e contenere gli affetti ad essi correlati, migliorando l’umore e il benessere generale.

Il burnout può portare le persone a ritirarsi dagli altri o a diventare più irritabili e conflittuali. La terapia può aiutare le persone a migliorare le loro capacità di comunicazione, il che può portare a interazioni più positive con gli altri e a una riduzione dello stress.

Un lavoratore che si pone di fronte al proprio lavoro con aspettative e obiettivi non realistici è  candidato a sviluppare gradualmente uno stato di esaurimento emotivo. In questo caso la terapia può aiutare le persone a fissare obiettivi più realistici e a sviluppare strategie per raggiungerli, riducendo così lo stress e aumentando il senso di realizzazione.

Nel complesso, la terapia può fornire alle persone gli strumenti e il sostegno necessari per gestire il burnout e prevenire che si ripresenti in futuro.

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